Ansia da rincari per 7 italiani su dieci. Il clima spaventa, ma non sposta voti

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alessandra Ghisleri
Fonte: La Stampa

Ansia da rincari per 7 italiani su dieci. Il clima spaventa, ma non sposta voti

Il 70.8% degli italiani denuncia un impatto significativo sul costo della vita familiare a causa dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari. È una segnalazione trasversale, senza una particolare ubicazione geografica e politica – forse con una eccezione tra i sostenitori del partito di Azione –, ma che trova le maggiori accuse tra gli over 45, e si parla del 65.0% dell’intera popolazione!

…È quella che va definendosi “la pratica inutile salvo sviste”. Si stabiliscono relazioni di causa-effetto rispetto alle osservazioni del caso. In più occasioni, infatti, sono state reclamate le dimissioni di ministri di questo governo, anche solo attraverso singoli annunci mediatici o interviste. Ad occhio almeno una decina di richieste, tutte mancate e lasciate sulla carta. Dal voto in Senato per la mozione di sfiducia al ministro del Turismo Daniela Santanchè una cosa è diventata ben chiara agli italiani: questo governo ha una buona e ampia maggioranza. E infatti, se ai primi di luglio il 44.1% degli italiani considerava stabile l’esecutivo, oggi questo dato è cresciuto fino al 53.3%. Inoltre la convinzione che queste vicende possano indebolire la tenuta della maggioranza è calata del 5.5%, rafforzando l’idea che il governo non ne esce sfibrato, ma al contrario cresce di poco più di 8 punti percentuali (8.1%) la convinzione della sua stabilità (56.0%). Di fronte all’accaduto gli elettori del Partito Democratico si sentono smarriti, tanto che si spaccano in due fazioni contrapposte tra chi vede l’esecutivo di Giorgia Meloni più fragile (46.7%) e chi no (44.8%). Anche il giudizio di come la premier sta gestendo le vicende “più complicate” che hanno al centro uomini e donne di Fratelli d’Italia si è modificato. E se nei primi giorni di luglio, 1 elettore su 3 la giudicava assente e lontana (32.5%), oggi il 36.3% è convinto che abbia in pugno la gestione della situazione. Si può dire che la maggioranza ha ottimizzato gli attacchi facendoli frantumare sul muro dei numeri del Palazzo. Tuttavia una certa ricaduta sulle percentuali del consenso si registra proprio nelle intenzioni di voto che mostrano Fratelli d’Italia ancorato al 27.2% – come 10 giorni fa-, 1.2% sopra il risultato elettorale del 25 settembre 2022 e 3 punti percentuali al di sotto della soglia psicologica del 30%. Un dato stabile, ma che ha subito una perdita del 2% nell’arco di un mese. È proprio qui che hanno inciso le vicende dei rappresentanti del partito della Meloni, perché lei, comunque, con l’indice di fiducia personale rimane salda al di sopra del 40%. In tal senso è necessario guardare oltre per comprendere cosa potrà accadere in futuro perché, se alcuni fatti sono stati così forti nell’influenzare le scelte nel voto degli elettori, altri che riguardano la vita quotidiana di ciascun cittadino potrebbero diventare centrali – nel breve- proprio nel gradimento personale della presidente del Consiglio. Oggi, ad esempio, il 70.8% degli italiani denuncia un impatto significativo sul costo della vita familiare a causa dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari. È una segnalazione trasversale, senza una particolare ubicazione geografica e politica – forse con una accezione tra i sostenitori di Azione-, ma che trova le maggiori accuse tra gli over 45: si parla del 65% dell’intera popolazione. Le difficoltà in campo sono molteplici e le indicazioni dei cittadini sollecitati nel merito spaziano dall’inflazione, sempre in prima posizione nella classifica, alla gestione immigrazione, alle tasse che strozzano il lavoro delle imprese, alle infinite liste di attesa per poter accedere ad un esame per la tutela della propria salute. Le persone nell’elencare tutte le problematicità non dimenticano i temi legati alla sicurezza, alla gestione dei fondi Pnrr e la guerra in Ucraina che sembra non avere una fine, tuttavia al centro del dibattito è tornato il cambiamento del clima e l’azione dell’uomo sul territorio dopo gli eventi che hanno flagellato tutto il Paese da Nord a Sud proprio in questi giorni. Per il 74.1% degli intervistati si può parlare di un’emergenza climatica e per il 74.3% l’azione e il comportamento dell’uomo di questi anni hanno inciso in maniera seria sulle conseguenze che ne sono derivate a cose e persone. Anche in questo caso le opinioni dominanti risultano essere trasversali: dalla maggioranza alle opposizioni, da Nord a Sud e dai giovani agli over 65+, con qualche singola eccezione al ribasso. La storia degli ultimi anni ci ha insegnato che questo capitolo, fondamentale per la nostra sopravvivenza, rischia di diventare impalpabile e ininfluente dal punto di vista elettorale non appena le emergenze del territorio e del tempo finiranno e la “finta normalità” tornerà ad essere presente nella vita di tutti i giorni. Più facilmente si offriranno spunti per colpire le scelte europee accendendo il dibattito politico e la campagna elettorale per le elezioni europee. Si vedranno in campo le diverse fazioni pro e contro contrapponendosi frontalmente e proponendo ognuno le sue ricette salvifiche. In Europa, in effetti, gli argomenti ambiente e clima sono particolarmente sentiti e considerati come vere priorità. Le indicazioni su cui si vota sono spesso contro gli stili di vita e le quotidianità dei cittadini, che in molti casi hanno anche protestato disertando le urne. Come popolo non possiamo farci prendere alla sprovvista ed inseguire solo le emergenze, ma tutelare la terra significa investire su dei piani di prevenzione che, sappiamo bene portano pochi voti. E il dubbio rimane sempre: nell’interesse di chi?
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